(Testo aggiornato il 31 marzo 2021)
Ram Gopal Varma, noto anche con l'acronimo RGV, è attualmente il regista più prolifico e innovativo del cinema hindi e forse dell'intero subcontinente.
Il più prolifico considerando che ha scritto e/o diretto e/o prodotto un numero di pellicole davvero impressionante, persino per un'industria come quella indiana nella quale le filmografie sterminate sono caratteristica comune.
Il più innovativo perché, malgrado il ribollente calderone hindi sforni talenti a ritmo serrato, Varma è il solo a vantare un equilibrio stupefacente fra cinema d'intrattenimento e d'autore.
Doti tecniche in quantità industriali, gusto per la sperimentazione, virtuosismo cinematico, inquadrature ardite, scorribande in generi ed estetiche da B-movie, intelligenza, arguzia, spiccato senso dell'umorismo, indipendenza, notevole impatto commerciale: questo il ricchissimo curriculum. Lontano anni luce dal patetismo e dalla retorica, il vulcanico regista accantona con disinvoltura quasi suicida le forme e i contenuti bollywoodiani - la sacralità della famiglia, il maschilismo, i proclami didascalici, il rigore etico e moralista -, per affrontare impavido temi ostici al cinema popolare e realizzare pellicole decisamente disorientanti per il pubblico indiano.
Nei suoi film i ruoli femminili di rado si limitano alla mera tappezzeria, malgrado RGV sia famoso per le item song (*) molto sensuali. Affida spesso a donne la responsabilità del personaggio principale, ma, anche quando riserva loro un ruolo comprimario, questo è sempre ben caratterizzato e psicologicamente definito. Pressoché assente il gusto per le località straniere e/o per gli ambienti di classe sociale elevata: Varma predilige il realismo e l'ambientazione urbana (in particolare Mumbai).
Impossibile non rimanere catturati dalla potenza delle sue visioni: lo spettatore, dimentico di se stesso e delle proprie opinioni, si abbandona in stato di trance al regista, e viene indotto a vedere quello che RGV vuole che il pubblico veda e a provare quello che RGV vuole che il pubblico provi. Un'esperienza vissuta in parallelo anche dal cast: non solo le più talentuose star bollywoodiane offrono il meglio nelle pellicole di Varma, ma anche gli attori poco dotati, affidandosi a questo sapiente creatore di storie e di personaggi, si trasfigurano e regalano interpretazioni convincenti. Il potere di RGV su spettatori e attori è illimitato. Da qui la sua indiscutibile unicità.
Ram Gopal Varma in India è sinonimo di scompiglio: ad ogni première la critica si divide, il pubblico protesta scandalizzato, i media fibrillano. Ma i suoi devotissimi fan - una moltitudine oceanica - semplicemente lo adorano.
(*) Item song o item number: numero coreografico interpretato da un'attrice famosa - o talvolta da un attore - che può anche non essere parte del cast.
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Da sinistra: Mani Ratnam, RGV, A.R. Rahman |
BIOGRAFIA (fonte Wikipedia)
Ram Gopal Varma nasce a Hyderabad il 7 aprile 1962. Inizia la carriera nella cinematografia in lingua telugu, di cui Hyderabad - capitale dello Stato dell'Andhra Pradesh - è il centro di produzione. Nel 1989, a soli 27 anni, debutta con Shiva, interpretato dalla superstar Nagarjuna. Un successo clamoroso, che inaugura, nella filmografia di Varma, uno dei filoni più amati dal regista: il gangster movie.
Nel 1992 scrittura per Antham la diciottenne Urmila Matondkar, attrice-simbolo del suo cinema. Urmila interpreterà molte pellicole di RGV, ed intreccerà con lui una relazione personale che durerà alcuni anni. Nella versione hindi di Antham, intitolata Drohi, l'assistente alla regia è il futuro regista Madhur Bhandarkar.
Nel 1993 parte la collaborazione con un grande del cinema in lingua tamil, il regista Mani Ratnam. Insieme scrivono la sceneggiatura di Gaayam, diretto da RGV e ispirato a Il padrino, e di Thiruda Thiruda, diretto da Ratnam. A questo punto viene fondata la Varma Corporation Limited (che si trasformerà nella celebre Factory) che produce diversi film telugu.
Nel 1995 il regista è pronto per l'ingresso trionfale a Bollywood, anche se in precedenza aveva già girato versioni hindi di alcuni suoi lavori telugu. Rangeela è una scoppiettante commedia interpretata da Urmila e da Aamir Khan. La colonna sonora è firmata dal leggendario compositore tamil A.R. Rahman, qui al suo esordio nel cinema hindi. Successo stellare. RGV è il primo regista proveniente dal sud dell'India a creare così tanto clamore a Mumbai.
Nel 1998 il capolavoro, Satya, che non solo crea un sottogenere, il Mumbai noir, ma rivoluziona la cinematografia hindi dalle fondamenta. Realistico, urbano, profondo, emotivo, poco coreografato, con volti nuovi rubati al teatro. Debutto del futuro regista Anurag Kashyap che collabora alla sceneggiatura. La pellicola miete premi in abbondanza - fra cui il National Award per Manoj Bajpai -, e segna il punto più fulgido nella carriera di Varma.
Col regista Shekhar Kapur, fonda la casa di produzione India Talkies. Il primo progetto:
Dil Se, diretto da Mani Ratnam, al suo esordio nel cinema hindi, e interpretato da
Shah Rukh Khan.
Dil Se purtroppo non incontra il favore del pubblico, e l'India Talkies avrà vita breve.
Nel 2002 l'ennesimo centro con Company, con Ajay Devgan, ispirato alla figura del gangster Dawood Ibrahim. Il film unisce pubblico e critica in un plauso unanime.
Nel 2003 è la volta di
Bhoot, sorprendente horror interpretato da Urmila. Nel 2004 Varma gira
Naach, favorevolmente accolto dalla critica ma non dal pubblico. Produce
Ek Hasina Thi, esordio del regista Sriram Raghavan, e
Ab Tak Chhappan, diretto da Shimit Amin al suo debutto.
L'anno successivo realizza lo splendido
Sarkar, che segna l'inizio della proficua collaborazione con
Amitabh Bachchan. La superstar interpreterà
Darna Zaroori Hai (2006),
Nishabd (2007),
Aag (2007),
Sarkar Raj (2008),
Rann (2010),
Department (2012) e
Sarkar 3 (2017). Nel 2006
Shiva, prequel dell'omonima pellicola del 1989, è il primo di una serie di film piuttosto sfortunati, male accolti dal pubblico e non sempre applauditi dalla critica.
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Amitabh Bachchan e RGV: set di Rann |
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
* Rangeela (1995), con Urmila Matondkar, Aamir Khan e Jackie Shroff. Prima pellicola di RGV interamente progettata in hindi. Esordio a Bollywood di A.R. Rahman, in prestito dal cinema in lingua tamil. Rangeela è forse il film più commerciale di Varma, anche se non mancano gli aspetti inediti e i virtuosismi tecnici:
- il ruolo principale è un personaggio femminile, evento piuttosto raro nel cinema popolare hindi;
- i numeri danzati, tecnicamente curatissimi, puntano più sulle idee coreografiche e sull'abilità innegabile di Urmila che non sulla quantità dei danzatori, sullo sfoggio di costumi diversi e sulle località esotiche;
- la storia d'amore rifugge dal consueto canone sdolcinato e sentimentalistico;
- l'ambientazione urbana (molte le riprese in esterni a Mumbai) e lo sguardo ironico sul mondo del cinema (il personaggio di Urmila è un'aspirante ballerina) sono alcune delle caratteristiche tipiche della produzione di RGV.
Giudizio: *****
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Satya (1998), con Urmila Matondkar, Manoj Bajpai e J.D. Chakrawarthy. Il capolavoro, adorato dai fan ed esaltato dalla critica. Il personaggio di Bhiku, interpretato da Bajpai, è, nella galleria dei ruoli proposti dal regista, il più amato dal pubblico. Impossibile avvicinarsi alla cinematografia popolare hindi e prescindere da questo film. Epocale. Introspettivo. Umano.
TrailerGiudizio: *****
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Mast (1999), con Urmila Matondkar e Aftab Shivdasani al suo debutto da attore adulto. Commedia bollywoodiana meno frizzante di
Rangeela e più favolistica. Alcune scene sono state girate nel Tirolo italiano.
Giudizio: *** ½
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Company (2002), con Ajay Devgan, Vivek Oberoi, Manisha Koirala e la superstar del cinema in lingua malayalam Mohanlal. Nuovo capolavoro, secondo alcuni persino superiore a
Satya. Critica e pubblico in ginocchio. Applauditissimo esordio del giovane Oberoi. Devgan in stato di grazia. Raro esempio, nella vasta produzione di RGV, di sequenze ambientate in località straniere.
TrailerGiudizio: *****
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Bhoot (2003), con Urmila Matondkar e Ajay Devgan. Forse il primo horror bollywoodiano di buona fattura. Personaggio femminile al centro della storia. Ottima interpretazione di Urmila.
TrailerGiudizio: ****
* Naach (2004), con Antara Mali e Abhishek Bachchan. Insolito film dedicato alla danza. Coreografie stellari, molto tecniche, differenti da tutto quanto visto prima - e anche dopo - nel panorama hindi. Nuova incursione nel mondo del cinema di Mumbai. Forte personaggio femminile. Apprezzato solo dalla critica.
Giudizio: ****
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Sarkar (2005), con
Amitabh Bachchan, Abhishek Bachchan e Kay Kay Menon. Clamoroso successo. Ispirato al romanzo
Il padrino, di cui Varma è un grandissimo fan. Il ruolo di Amitabh è ciclopico. Potenza pura. Abhishek in una delle sue interpretazioni più convincenti. Ammirarli insieme sullo schermo è un'esperienza unica.
TrailerGiudizio: *****
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Shiva (2006), con Mohit Alawat e Nisha Kothari. Pellicola osteggiata da critica e pubblico.
Crime movie dal ritmo serratissimo. Ottimo mix di dettagli registici da manuale e ruoli minori imperdibili. Nitido esempio del proverbiale senso dell'umorismo di RGV.
TrailerGiudizio: ****
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Darna Zaroori Hai (2006), film horror a episodi prodotto da Varma, che firma la regia del capitolo interpretato gratuitamente da
Amitabh Bachchan. Girato in un solo giorno, è un gioiellino classico. Del tutto privo di effetti speciali e di colpi di scena, la tensione horror si fonda unicamente sulla performance magistrale di Amitabh e sulla competenza registica di RGV.
Giudizio (episodio diretto da Varma): ****
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Nishabd (2007), con
Amitabh Bachchan e Jiah Khan. Superba e delicata pellicola psicologica ispirata a
Lolita. Il personaggio femminile ha 18 anni. Il protagonista maschile è un uomo comune, 60 anni, sposato con figli, nessun prurito pedofilo. Del tutto inaspettatamente, i due si innamorano. Film contestatissimo. A Bollywood è pratica comune affiancare attrici ragazzine ad attempate star cinquantenni (e oltre) ringiovanite dalla trama. In
Nishabd un inedito aspetto realistico: il grande Amitabh, in una delle sue migliori interpretazioni, è anagraficamente se stesso. Il pubblico indiano, in modo ipocrita, gli volta le spalle.
TrailerGiudizio: *****
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Aag (2007), con Ajay Devgan, Prashant Raj Sachdev, Mohanlal e
Amitabh Bachchan. Uno dei flop più clamorosi nella storia del cinema hindi. Remake urbano e contemporaneo dell'intoccabile classico
Sholay, la pellicola indiana di maggior successo. Fustigato senza pietà da critica e pubblico. Film geniale, innovativo, delirante, ottimamente diretto e interpretato.
TrailerGiudizio: *****
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Darling (2007), con Fardeen Khan ed Esha Deol. Horror imperniato sull'infedeltà coniugale con finale a sorpresa che ha sconcertato (e offeso) gli spettatori. Regia meno accurata del solito, ma livello sempre superiore alla media.
TrailerGiudizio: *** ½
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Sarkar Raj (2008), con
Amitabh Bachchan, Abhishek Bachchan ed
Aishwarya Rai. Sequel del fortunatissimo
Sarkar, rispetto a quest'ultimo di poco inferiore narrativamente e tecnicamente. L'esito inaspettato della storia ha lasciato il pubblico senza parole.
TrailerGiudizio: ****
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Phoonk (2008), con Sudeep, superstar del cinema in lingua kannada, e con Ahsaas Channa. Insolito horror che ha ottenuto un discreto successo al botteghino. Sullo sfondo ateismo e superstizione, possessione, magia nera. In primo piano il dolore devastante di un genitore. Sudeep è superbo.
TrailerGiudizio: *** ½
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Rann (2010), con
Amitabh Bachchan, Sudeep, Paresh Rawal e Riteish Deshmukh. Pellicola di denuncia, girata come un tesissimo thriller, che punta il dito contro la gestione criminale dei media. Sudeep non delude. Bachchan offre uno splendido monologo, il più lungo della sua carriera. Ma è Riteish a sorprendere in un ruolo finalmente drammatico.
TrailerGiudizio: ****
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Rakht Charitra I e II (2010), con Vivek Oberoi, Sudeep e Suriya, superstar del cinema tamil. L'agonia dell'innocenza. Brutale e primitivo. Alterna realismo e splatter, sequenze di grande cinema e fastidiosi espedienti narrativi. Ottima interpretazione di Vivek.
TrailerGiudizio: *** ½
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Not a love story (2011), con Mahie Gill e Deepak Dobriyal. Ispirato ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto, racconta un amore tossico e un efferato omicidio commesso con raggelante indifferenza. La regia brusca e scabra di Varma non lascia spazio al rimorso o alla pietà.
TrailerGiudizio: *** ½
LA FACTORY (grazie a Vijay per le informazioni)
Ram Gopal Varma è il riconosciuto motore trainante dell'innovazione bollywoodiana, non solo attraverso l'attività di regista, ma anche grazie al ruolo di produttore di film altrui. Ciò moltiplica l'impatto del suo genio sul cinema hindi contemporaneo.
La Factory è forse la più famosa fra le compagnie di produzione da lui fondate. Operante dal 2003 all'agosto 2007 (ultima distribuzione Aag), era originariamente locata presso gli uffici della K Sera Sera, la società che ha coprodotto in partnership molte delle pellicole di Varma, ma che sembra gli abbia anche procurato grosse perdite finanziarie. Per questo motivo il regista chiude la Factory, o meglio, la trasforma più volte: oggi si chiama Company. Ma i suoi fan continuano a prediligere il vecchio marchio, ad attribuirgli anche le produzioni successive e, in sostanza, a definire con questo termine l'intera attività (presente, passata e futura) perseguita da RGV di sostegno finanziario e logistico a nuovi talenti. Qualunque film prodotto dal regista è unanimemente considerato parto di questo concetto allargato di Factory. Molte le donne coinvolte, anche con incarichi di grande rilievo: produttori esecutivi, direttori artistici ed assistenti alla regia. Molti i registi, sceneggiatori e tecnici che hanno esordito grazie alla Factory.
Varma ne è il cuore e il cervello (oltre che il finanziatore), ma è come se la Factory appartenesse a tutti coloro che, in un modo o nell'altro, hanno usufruito - e continuano ad usufruire - dei vantaggi da essa elargiti.
AGGIORNAMENTI
Per recensioni, notizie, aggiornamenti, trailer e locandine, consultare l'argomento R RAM GOPAL VARMA nelle varie sezioni del blog. In particolare:
CURIOSITÀ
* Nel sito del Corriere della Sera, in data 17 dicembre 2008 e a più di due settimane dall'accaduto, compare la notizia della visita di Varma all'albergo Taj Mahal Palace all'indomani dei tristemente famosi attentati terroristici a Mumbai di fine novembre 2008 (il sopralluogo del regista aveva suscitato grandi polemiche in India e provocato le dimissioni del Primo Ministro dello Stato del Maharashtra, di cui Mumbai è la capitale). Nell'
articolo, corredato da una foto di RGV, l'attore Riteish Deshmukh viene presentato come 'figlio del regista'. In realtà il padre di Riteish è proprio l'ex Primo Ministro. Anche sulla copia cartacea del Corriere viene riportato l'errore, rettificato in un altro punto della stessa pagina.
GOSSIP&VELENI
* Alcuni sostengono che Varma sia il regista-ombra di molti dei film da lui prodotti. Se così fosse, verrebbe da chiedersi quando dorma...