07 agosto 2009

ANURAG KASHYAP: INTERVISTA ESCLUSIVA

(English text at the bottom)

Anurag Kashyap, membro della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2009, apprezzatissimo regista, sceneggiatore e produttore, ha cortesemente rilasciato una lunga intervista al nostro blog. 

Parte prima: Anurag Kashyap e il suo cinema.

1 - Lei ha collaborato alla sceneggiatura di Satya, un capolavoro della cinematografia hindi. Quali emozioni prova oggi nei riguardi di quel film?
Kashyap: Penso tuttora che sia stato il miglior prodotto che abbiamo realizzato (non è una pellicola solo mia). Dico sempre che Satya è stato una scuola di cinema per me.

2 - Lei ha diretto Black Friday e prodotto Aamir. Entrambi trattano di terrorismo. Pensa che il cinema possa scuotere l'opinione pubblica - soprattutto in India - e indurla a riflettere su questo argomento?
Kashyap: Non so se possa rendere le persone consapevoli oppure no. Influisce su alcuni spettatori. Mi auguro possa scuotere le coscienze; tristemente nulla lo fa. La gente è egoista, nel senso che tutti cercano di sopravvivere e considerano queste cose come se non potessero accadere a loro. Talvolta il compito del cinema, quando è attento ai problemi politici e sociali, è solo quello di reggere lo specchio e mostrarci ciò che avviene intorno a noi. Non può fare di più. Con l'eccezione di Black Friday e di Aamir, tutti i film che ho girato sono in larga parte personali.

3 - No smoking è fra le più sperimentali pellicole hindi mai realizzate. In alcuni aspetti ricorda il gusto per il grottesco di Fellini. Qual è l'importanza di No smoking per un regista non convenzionale come lei?
Kashyap: Mi è piaciuto moltissimo girare No smoking. Nel 2007 è stato presentato in prima mondiale al Festival di Roma. Era il più personale dei miei film, ed è quello che amo di più. Era la mia storia nel senso che riguardava la mia battaglia contro le autorità, la moralità e la censura. Gli indiani non lo hanno compreso, e questo mi ha deluso. Dopo qualche tempo, No smoking ha trovato una collocazione nelle scuole di cinema e ha incontrato il favore dei cinefili, ma la scena mainstream non lo ha ancora accettato. È stato bello dirigerlo, anche se, sfortunatamente, il suo insuccesso al botteghino impedì ad altri registi di realizzare i loro progetti e ridusse al silenzio le voci più originali.

4 - Perché ha scelto John Abraham per il ruolo principale? È vero che lei aveva contattato la superstar Shah Rukh Khan, prima di proporre la parte ad Abraham?
Kashyap: John è stato l'unico ad aver capito No smoking e l'unico a volerlo interpretare. SRK mostrò interesse, ma non era sicuro che il progetto valesse la pena.

5 - La colonna sonora di No smoking è di certo una delle migliori prodotte negli ultimi anni. Com'è stata l'esperienza di lavorare col compositore Vishal Bhardwaj? Il fatto che Bhardwaj sia anche regista ha facilitato la vostra collaborazione?
Kashyap: Vishal non è stato solo il compositore ma anche uno dei produttori. Ha reso possibile la realizzazione di No smoking. Vishal ha composto inoltre le colonne sonore di Satya e di Paanch, la prima pellicola che ho diretto. Il mio rapporto con lui è sempre stato quello del maestro e dell'irritante discepolo - ed io sono il discepolo. Io cerco di pressarlo, e Vishal  finge di irritarsi, ma lui ama essere messo sotto pressione. Vishal ha dimostrato di avere fiducia in me, più di molti altri. È davvero soddisfacente lavorare con lui perché, per i miei film, estrae sempre nuove sonorità dalla sua musica.

6 - Dev. D è affascinante, sostenuto da una sceneggiatura straordinariamente fresca. Sappiamo che l'idea è stata lanciata da Abhay Deol, ma cosa l'ha motivata a svilupparla in un lungometraggio?
Kashyap: Mi ha ispirato il fatto di essermi identificato col soggetto. Scrissi la sceneggiatura nel periodo in cui mi stavo separando, e divorziando. Ero depresso, bevevo, soffrivo di abuso di sostanze, e, durante le riprese, mi innamorai di Kalki, l'attrice che interpretava Chanda. Tutte le mie diverse, contraddittorie emozioni confluirono in Dev. D.

7 - Il lavoro più grosso è stato compiuto nella definizione dei personaggi. Non ha temuto di aver osato troppo?
Kashyap: È successo tutto in modo naturale. Non sapevo che avrei dovuto temere qualcosa. Forse per ingenuità, o per innocenza. Ho solo fatto ciò che sentivo. Mi è semplicemente venuto così.

8 - Molti di noi non hanno ancora visto Gulaal. Potrebbe per favore presentarci la pellicola?
Kashyap: Ho scritto Gulaal nel 2001, nel mio periodo più arrabbiato, quando tutti i miei film venivano rifiutati e Water bloccato. Avevo problemi enormi per il modo in cui il nostro governo gestiva la libertà di espressione, e per la situazione politica del Paese. Lasciai Bombay per il Rajasthan. Nel lettore portatile avevo un solo cd, la colonna sonora di Pyaasa, e continuavo ad ascoltarlo. Da ciò emerse Gulaal: una rappresentazione di ciò che l'India è diventata in confronto a come un'India libera fu immaginata dai poeti prima dell'indipendenza. (Temo che la mia traduzione sia imprecisa. Il testo originale: 'It is a take on what India has come to vis a vis how a free India was imagined by the poets, of the pre-independence').   

Parte seconda: Anurag Kashyap e l'Italia.

1 - Lei ha spesso dichiarato di amare il cinema italiano. Potrebbe dirci quali aspetti della nostra cinematografia l'hanno emozionata di più?
Kashyap: De Sica. Vittorio De Sica ha fatto di me un regista. Fu una retrospettiva delle sue pellicole, nel 1993, ad ispirarmi. Avevo vent'anni, e prima di compierne 23 avevo scritto la mia prima sceneggiatura, Satya. Allora ciò che maggiormente mi colpì fu il realismo. E il fatto che trovai gli italiani così simili a noi nel modo in cui gestivano la famiglia e la vita in generale. Più tardi scoprii Fellini e fu pura estasi. Il suo cinema mi mostrò che non esistevano confini o freni all'immaginazione e alla creazione artistica. Non importa se ciò che esprimo è imbarazzante, infantile, non intelligente o incoerente, fintanto che è la mia voce. Poi piano piano scoprii Antonioni, Rossellini, Rosi e molti altri. La scoperta continua con Il divo, Gomorra, La meglio gioventù, eccetera.

2 - Cosa pensa del cinema italiano contemporaneo?
Kashyap: Mi piace Sorrentino e mi piacciono i suoi film. Fra i nuovi registi italiani, è il migliore e la voce più potente. Mi è piaciuto molto anche Romanzo criminale di Michele Placido. L'ho visto al Tribeca. Sua figlia ha interpretato la pellicola (Barah Aana - nota di Cinema Hindi) scritta dal regista di Aamir. La meglio gioventù, Il passato è una terra straniera, Mio fratello è figlio unico, Giorni e nuvole, per citare alcuni dei film più recenti che ho molto apprezzato. Mi piacciono persino i gialli degli anni sessanta e settanta.

3 - Secondo lei cosa accomuna il cinema italiano e quello hindi?
Kashyap: I legami familiari e il modo in cui le figure femminili vengono rappresentate sullo schermo.

4 - No smoking è stato presentato in prima mondiale al Festival di Roma due anni fa. Le recensioni critiche furono tutte positive. Cosa ricorda di quell'esperienza?
Kashyap: Ho amato ogni momento. I miei ricordi di Roma per la proiezione sono gli unici bei ricordi riguardo a No smoking. Ero con mia figlia, e mi sono divertito moltissimo. Fu una settimana memorabile, e non dimenticherò mai la grande accoglienza del pubblico.

5 - Lei sarà membro della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2009. Dev. D e Gulaal saranno presentati fuori concorso. Cosa prova alla prospettiva di partecipare così attivamente al festival?
Kashyap: Sono eccitato come un bambino, e talvolta cerco di frenare il mio entusiasmo. Il timore più grande è che tutti scoprano che in fondo sono un bambino, più un appassionato di cinema che un regista. Dev. D è un omaggio indiretto a Fatih Akin, la cui pellicola sarà proiettata al festival (ed io la vedrò prima di chiunque altro al mondo). Jacques Rivette, Tornatore. Così tanti registi, che in varie fasi della mia vita mi hanno ispirato, saranno a Venezia con i loro nuovi lavori. Io sarò come un bambino in un negozio di dolciumi. Sono felice e orgoglioso.

6 - Secondo lei perché il pubblico italiano dovrebbe guardare i film hindi? Qualche suggerimento?
Kashyap: Gli italiani dovrebbero guardare i film indiani perché si identificheranno in essi. Dovrebbero scoprire Bimal Roy e Guru Dutt.

7 - Ritiene che sia possibile sviluppare una seria collaborazione fra l'industria cinematografica indiana e quella italiana? 
Kashyap: Certo, e credo stia accadendo. Sonali Kulkarni ha interpretato film italiani (Fuoco su di me, diretto da Lamberto Lambertini - nota di Cinema Hindi). Un regista italiano sta girando una pellicola in India basata su un racconto indiano. Il nostro grande maestro Mani Kaul sta progettando un film su Rossellini. Dovrebbero esserci - e ci saranno - più collaborazioni.

Parte terza: Anurag Kashyap e il cinema indiano.

1 - Il cinema hindi sta attraversando una fase di profondo rinnovamento. Pur conservando alcuni aspetti tradizionali, trae ispirazione dal cinema occidentale ma soprattutto sperimenta nuove strade. Secondo lei:

a) questo processo di rinnovamento quando è iniziato?
Kashyap: È partito all'incirca con Bandit Queen. All'inizio fu un processo lento, ma negli ultimi tre anni si è trasformato in un movimento che conta molti nuovi registi estranei alle famiglie storiche dell'industria cinematografica hindi.

b) in quale direzione si sta avviando?
Kashyap: Dipende da quanto coraggio mostreremo nel correre i rischi che vanno assunti. Sembra che il processo si stia indirizzando verso un'era di reinvenzione e di introspezione, e stanno emergendo molte voci inedite. Ma difettiamo ancora nelle fasi di produzione e distribuzione a sostegno di questo nuovo cinema indiano.

c) quali tradizioni verranno abbandonate e quali nuovi aspetti saranno acquisiti?
Kashyap: Mi auguro che supereremo il divismo. Nel nuovo cinema indiano vedrete più elementi che riguardano il nostro Paese e la nostra politica, le nostre lotte quotidiane e il nostro modo di vivere. Spero che anche il cinema di evasione acquisirà rilevanza. Di sicuro non abbandoneremo la tradizione delle canzoni e delle danze, ma tutto il resto diventerà più significativo. Sta già iniziando ad essere più realistico. E mi auguro di realizzare i progetti che ho in mente.

d) quali sono i registi (a parte lei) coinvolti in questo rinnovamento?
Kashyap: Ci sono Vishal Bhardwaj, Aamir Khan, Rajkumar Hirani, Rakeysh Omprakash Mehra, Dibakar Banerjee, Nishikant Kamat, Navdeep Singh, Shimit Amin, Shriram Raghavan e molti altri.

e) dobbiamo aspettarci un'invasione del cinema in lingua hindi? Una nuova era in cui il cinema indiano dominerà il mondo rimpiazzando Hollywood?
Kashyap: Sì, l'ho sempre creduto. Il resto del mondo ha esaurito i soggetti e le storie da raccontare, mentre noi stiamo ancora esplorando.

2 - Potrebbe raccontarci qualcosa della sua collaborazione col grande regista Ram Gopal Varma?
Kashyap: Ho scritto tre film per lui: Satya, Kaun e Shool. Varma ha ispirato la nostra intera nuova generazione di registi. Ho imparato ciò che dovevo imparare lavorando alla sceneggiatura di Satya.

3 - Lei ha scritturato due attori di grande talento: Kay Kay Menon e Abhay Deol. Cosa può raccontarci di loro?
Kashyap: Sono le due star con cui ho lavorato. Mentre Kay Kay sceglie i ruoli più stimolanti, Abhay sceglie le pellicole più stimolanti. Ci sono molti altri grandi attori - non star - con cui ho regolarmente collaborato, come Aditya Srivastava, Vijay Maurya, Deepak Dobriyal, Mahi Gill (che vedrete sia in Dev D che in Gulaal) e Kalki Koechlin.

4 - Delhi-6, diretto da Rakeysh Omprakash Mehra, sarà il terzo lungometraggio hindi presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema. Cosa pensa del lavoro di Mehra? Alcuni hanno riscontrato delle similarità fra Aks e No smoking. Lei ha forse tratto ispirazione da Aks?
Kashyap: Non direi che Aks mi abbia influenzato, perchè in principio fui persino coinvolto in quel progetto. Comunque ho una grandissima opinione di Mehra, sia come regista che come persona, sia da un punto di vista sociale che intellettuale. Ho un'altissima considerazione dei suoi film, soprattutto di Delhi-6 che è il mio preferito.

5 - Aamir Khan è considerato una superstar hindi non convenzionale. Le piacerebbe lavorare con lui? E se sì, perché?
Kashyap: Ci tengo a lavorare con lui, e spero di riuscirci in Bombay velvet. Aamir è un uomo coraggioso che ha davvero cambiato la maniera in cui il pubblico indiano guarda al nostro cinema, e lo ha fatto semplicemente interpretando e sostenendo fino in fondo le sue pellicole.

6 - Guarda spesso film indiani non in lingua hindi? Se sì, potrebbe consigliarci dei titoli?
Kashyap: Sì, lo faccio quando ne vengo a conoscenza. Recentemente ho visto Subramaniapuram, un'ottima pellicola tamil, e molti film del nuovo cinema in lingua marathi, cinema che sta vivendo un periodo di grande rinascita.

7 - Ritiene che il cinema indiano non in lingua hindi possa provocare lo stesso impatto sul pubblico occidentale del cinema hindi?
Kashyap: Sì, se ottiene la stessa visibilità. A volte penso che il cinema non hindi abbia maggior potenzialità e maggior coraggio di quello hindi.

Ringrazio infinitamente Anurag Kashyap per la disponibilità ed affabilità. 
(Grazie ad Aline per l'idea e per la traduzione in inglese delle mie domande. Aline ha pubblicato l'intervista anche nel suo blog. Grazie a Diana).

Vedi anche:
- fotografie della Mostra del Cinema di Venezia 2009: clicca l'argomento FEST 2009 nella sezione Photo Gallery


ENGLISH TEXT

Anurag Kashyap will be at the Venice Film Festival 2009 as a member of the jury. Dev. D and Gulaal will be screened out of competition. Kashyap has kindly granted us an exclusive interview.

Part 1: Anurag Kashyap on his work.

1 - The script for the Hindi masterpiece Satya was co-written by you. What are your feelings for that film today?
I still feel that was the best work WE did. It wasn't my film alone. I always say Satya was my film school. There was a lot of searching in that movie, which I believe we gradually lost.

2 - You directed Black Friday and produced Aamir. Both films are on the subject of terrorism. Do you believe cinema may awaken the public opinion - particularly in India - to this issue?
I don't know whether it awakens the people or not. It does affect some. I hope we can affect the public conscience, sadly nothing does. People are selfish, in the sense that they are all trying to survive, they always treat such things as they do not happen to us. The job of cinema sometimes, when it is socially and politically conscious, is to just hold the mirror and show us what's happening around us. We can't do more than that. Except Black Friday and Aamir all the films I have made have largely been personal.

3 - No smoking is one of the most experimental Hindi movies ever made. Something in it seems reminiscent of Fellini's way of depicting grotesque situations or characters. What experience did No smoking represent for you as an unconventional filmmaker?
I enjoyed making No smoking. It premiered at the Rome Film Festival in 2007. It was my most personal film, I cherish it more than most. More than all my films. It was my story in the sense it was about my battle with authorities with the morality and the censors. Indians could not read into it and that was disappointing. Over a period of time it has found its place in film schools and with film buffs but main stream industry still has not accepted it. I enjoyed making it but sadly what it did was that its failure at the box office led to a lot of filmmakers not being allowed to do their own thing. Any original voice was curbed owing to No smoking's failure.

4 - What made you cast John Abraham as the lead actor? Is it true that you asked superstar Shah Rukh Khan to play the main role before deciding to cast John Abraham?
John was the only choice who wanted to do it and understood the film. SRK showed interest but wasn't sure it was worth it.

5 - The soundtrack of No smoking is definitely one of the very best the audience has heard in recent times. Tell us a bit about the experience of working with composer Vishal Bhardwaj. Did the fact that he is also a film director facilitate your collaboration?
Vishal was not just the composer of the film, he was also one of the producers. He made the film possible. Vishal was also the composer of Satya and my first film as a director, Paanch. My relationship with him has always been that of a master and the irritant disciple. Me being the latter. I try to push him and he pretends being irritated but loves being pushed. He has shown more faith in me than most. It's always very satisfying to work with him because he always brings out a new sound to his music for my films.

6 - Dev. D is an enchanting film with an extraordinarily fresh script. We are aware that it was based on a concept put forward by Abhay Deol. What motivated you to work on that particular project?
My identification with the subject inspired me. I was going through my own separation and divorce at the time and I was depressed and was drinking, abusing substance at the time I wrote it, and I also found love in the actress who played Chanda (Kalki) during the filming. All my various contradictory emotions flowed into the film.

7 - The development of the different characters in Dev. D reflects intense dedication. Weren't you afraid of being too daring?
It all just happened naturally. I didn't know I was meant to fear anything. May be my naivete, may be the innocence. I just did what I felt and was feeling. It just came through.

8 - Many of us have not seen Gulaal, yet. Would you please introduce the film to us?
I wrote Gulaal when I was at my angriest in 2001. When all my films were banned and Water was shelved and I had this huge issue with the way our government dealt with freedom of expression and the political state of the Country. I went away from Bombay, to Rajasthan and on my walkman was only one cd, of Pyaasa. It kept playing in the loop. Gulaal emerged out of that. It is a take on what India has come to vis a vis how a free India was imagined by the poets, of the pre-independence.

Part 2: Anurag Kashyap on Italy.

1 - You have expressed your interest for Italian cinema in the past. Please tell us which aspects have touched you the most.
De Sica. Vittorio De Sica made me a filmmaker. It was a retrospective of his films in 1993 that inspired me to be a filmmaker. I was 20 then, by 23 I wrote my first film Satya. What touched me the most was the realism of it all then. How Italians were so similar to us in the way they deal with life and family and all. Later I discovered Fellini, and that was ecstasy. That showed me that there are no boundaries to imagination and no curb on what you want to say. It doesn't matter if what I say is embarrassing, juvenile, unintelligent or incoherent as long as it is my voice and it comes across. Then slowly I discovered Antonioni, Rossellini, Rosi and lot more. The discovery continues with  Il divo, Gomorra, The best of youth and all.

2 - What is your opinion on contemporary Italian cinema?
I love Sorrentino. I love his films. He is the best and most powerful new Italian voice. I also loved Michele Placido's Romanzo criminale. I saw it at Tribeca. His daughter acted in the film (Barah Aana - note of Cinema Hindi) that was written by the director of Aamir. The best of youth, The past is a foreign land, My brother is the only child, Days and clouds are some of the recent films I liked very much. I even enjoy the giallo from the 60's/70's.

3 - What would you say Italian and Hindi cinema have in common?
Family bonds. And the way the women are in the films.

4 - Your film No smoking was world-premiered at the Rome Film Festival two years ago, generating rave reviews. What are your memories of that experience?
I loved every bit of it. My memories of Rome of No smoking are the only good memories of that film. My daughter was with me during that time and I loved showing her around. It was a memorable week and the great audience reception that I will never forget.

5 - You have been called upon to be a member of the jury at the next Venice Film Festival. Two of your films - Dev. D and Gulaal - will also be screened off-competition. How are you feeling about the opportunity to participate so actively in the festival?
I am as excited as a child, and sometimes I find myself trying to curb my enthusiasm. Biggest fear is that everyone will find out that deep down I am a child, who is more a film buff than a filmmaker. Dev. D is an indirect tribute to Fatih Akin, whose film is in the festival, which I will get to see before anyone in the world. Jacques Rivette, Tornatore. So many filmmakers who have at various points in my life inspired me are going to be there with their new films. I will be like a kid in the candy shop. I am happy and proud.

6 - Please, give us your opinion on why the Italian audience should watch Hindi movies. Are there any particular films you would suggest to the Italian audience as a maiden Hindi film experience?
Italian audience should watch Indian films because they will relate to them. They should discover Bimal Roy and Guru Dutt.

7 - Do you believe there is a possibility of developing a serious partnership between India and Italy in terms of film making?
Absolutely and I believe it is happening. Sonali Kulkarni has acted in Italian films. An Italian filmmaker is currently making a film in India based on an Indian short story and our Grand Master Mani Kaul is planning a film on Rossellini. There should and will be more collaborations.

Part 3: Anurag Kashyap on Indian cinema.

1 - Hindi cinema seems to be undergoing an in-depth evolution. It treasures some of its traditional elements while it also takes inspiration from western cinema, but above all it is experimenting new paths. In your opinion:

a) when did this change start taking place?
Somewhere it started with Bandit Queen. But it was slow, but in last three years it has become a wave with a lot of new filmmakers who are essentially outsiders to this family business started making films.

b) what direction will it take?
That depends on how much courage we have to take the risks we should be taking. It seems to be heading towards an era of reinvention and introspection and a lot of new voices are emerging out of that, but we still lack the production and distribution backup to this new cinema from India.

c) which film traditions will Hindi cinema leave behind and what new elements will become a solid part of it?
Hopefully we will surpass stardom. You will get to see more of India and Indian struggles and way of life and politics in the new Indian cinema. Hopefully even the escapist cinema that we make will also have a relevance. We definitely won't leave behind our traditional song and dance and celebrations, but all else will be more meaningful and relevant. It's starting to get less fantastical and more real. And hopefully I will get to do what I want to do.

d) which are the films and the filmmakers (apart from you) involved in this change?
There are Vishal Bharadwaj, Aamir Khan, Rajkumar Hirani, Rakeysh Omprakash Mehra, Dibakar Banerjee, Nishikant Kamat, Navdeep Singh, Shimit Amin, Shriram Raghavan and many more.

e) do you think it is possible that Hindi cinema will be taking the world by storm in the future, marking a New Era in which Indian cinema dominates, therefore replacing Hollywood?
Yes I have always had that belief based on the fact that while the world has exhausted their subjects and stories to tell, we are yet to explore ourselves.

2 - Please, tell us something about your work with the great director Ram Gopal Varma.
I wrote three films for him, Satya, Kaun and Shool. He was the man who inspired the whole generation of us who are making films today. I learnt what I had to while working on Satya.

3 - Two very talented actors, Kay Kay Menon and Abhay Deol, have starred in your films. Please, tell us about your experience working with them.
These are the two star actors I have worked with. While Kay Kay chooses the most challenging roles, Abhay chooses the most challenging films. There are many more great non star actors I have regularly worked with like Aditya Srivastava and Vijay Maurya and Deepak Dobriyal and Mahi Gill (who you will see in both Dev. D and Gulaal) and Kalki Koechlin.

4 - Delhi-6, directed by Rakeysh Omprakash Mehra, will be the third Hindi film screened at the festival. What is your opinion on Mehra's work? Some of your followers have found similarities between elements of Aks and No smoking. Would you say that Aks influenced you as a filmmaker?
I wouldn't say Aks influenced me as a filmmaker, because at the beginning of it even I was involved with it. But I have a very high opinion of Rakeysh Mehra both as a film maker and as a social, intellectual person. I have very high regards for his films and especially Delhi-6, which is my favourite Rakeysh Mehra film.

5 - Aamir Khan is considered an unconventional actor in spite of being a Hindi film superstar. Would he be someone you would look forward to working with and why?
I want to work with Aamir Khan and hopefully I will in Bombay velvet. He is a courageous man who has truly changed the way our audience looks at our cinema, just by being part of such films and backing them all the way.

6 - Do you often watch Indian non-Hindi films? If so, which of these films and/or directors would you recommend?
Yes I do when I know of them. I saw Subramaniapuram, a great Tamil film recently and a lot of new Marathi cinema, that in recent times has seen a great resurgence.

7 - Do you believe that Indian non-Hindi cinema is capable of generating the same impact on western audiences than Hindi films have?
Yes. Provided it gets the same platform. Sometimes I believe the regional cinema in India has more potency and courage than the Hindi cinema.

I am extremely thankful to Anurag Kashyap for his kindness.
(Thanks to Aline for her assistance in English. Aline's Hindi Cinema Blog. Thanks to Diana).

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